giovedì 3 dicembre 2009

Quale metodo?

In rete si trovano numerosi consigli per lo studio delle lingue, inoltre gli strumenti reperibili sono numerosi: audio, video, software, testi ecc, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Il problema non è di certo reperire il materiale ma come organizzare lo studio per renderlo proficuo.
Il metodo della docente con cui ho iniziato a studiare (che nelle poche ore a sua disposizione ha fatto miracoli) era questo:
1. La prima settimana di lezione hiragana e katakana, così subito (sembra una cosa folle invece è possibile) in questo modo si iniziava a leggere immediatamente.
2. Poi si prosegue subito con le lezioni unità dopo unità, lettura del bunkei e relativa spiegazione della grammatica quindi si prosegue con lettura e traduzione di tutta l’unità.
3. Dopo di che ecco la parte più bella: l’esercitazione. Parlare e chiedersi le cose direttamente in giapponese
4. Le ore da dedicare all’ascolto purtroppo erano poche invece.
5. Così lezione dopo lezione si riuscivano ad esprimere sempre più concetti.
6. Ovviamente per ogni lezione c’era la sezione di esercizi corrispondenti e i kanji da studiare e quindi da scrivere, scrivere, scrivere e ancora scrivere.

Ho intenzione di riprendere questo metodo e di fare un ripasso di tutti gli argomenti trattati nel corso prima di cimentarmi in altri esperimenti, in modo da ricrearmi le basi che avevo precedentemente. Una sola cosa aggiungo da subito cercare di ascoltare più giapponese possibile: dialoghi, musica, video, dorama e anime.
Non sono un’amante del metodo ajatt a cui dedicherò dei post più avanti, ma credo possa essere utile allenare l’orecchio (anche se non arriverò mai alle 18 ore giornaliere di Katsumoto).
Ovviamente non avendo più un docente a disposizione il metodo va un po’ modificato, quindi il lavoro da svolgere per ogni unità del libro sarà questo:
Ascolto e lettura di tutto il libro (per riabituarmi ai suoni e riprendere una giusta intonazione)
Studio dei kanji di ogni lezione (senza imparare i kanji non si va da nessuna parte quindi mi armerò di fogli e matite)
Studio del vocabolario di ogni lezione (da riordinare di volta in volta per categoria)
Studio della grammatica di ogni unità e traduzione
Ora non resta che fare gli esercizi di ogni unità e fare l’esercitazione cioè pensare a delle frasi da dire in giapponese con le diverse strutture grammaticali.

In contemporanea ascoltare tanto giapponese.

Questo è solo il primo step…tanti auguri a me per il bellissimo lavoro che mi aspetta.
Ora resta solo da vedere quanto tempo ci metterò spero che nessuno di voi abbia fretta.

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